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Il Ghetto di Padova

Nel 1603 a Padova gli ebrei vennero rinchiusi nel ghetto" loco stabile et separato ,deputato agli Ebrei ; né alcun cristiano in quello possi star ,overo tegnir botèga". Rinchiusi la notte da quattro porte sorvegliate ciascuna da un ebreo  e da un cristiano , pagati dalla comunità di Padova.
La porta settentrionale in via delle Piazze , poco a sud di S. Canziano; quella orientale ,la Porta di S. Giuliana , fatta costruire dal Podestà e dal Gran Consiglio, in via di S Martino Solferino un tempo via  Sirena ,vicino allo sbocco di via Roma, quella occidentale nella stessa strada prima dell'incrocio con via dei Fabbri , quella meridionale in via dell'Arco dove confluisce con via Marsala.
Queste porte furono abbattute nel 1797 quando Napoleone dichiarò liberi e uguali gli Ebrei. 
I Ghetti italiani sono formati o da un grande cortile rettangolare , dove sono allineate le case ,negozi e le abitazioni intercomunicanti muniti di cortili.
Oppure da una via o una piazza centrale nella quale sbucano delle viuzze laterali o secondarie ,o da un piccolo quartiere come Padova .
Le case si sviluppano per altezza visto che agli ebrei era negato vivere altrove . 
In Via dell'Arco si possono ancora osservare le case -torri tipiche del quartiere ebraico.
Palazzo Strozzi fu sede delle attività economiche del Fiorentino Palla Strozzi che nel 1434 arrivò a Padova. Il vecchio mercante controllava i suoi garzoni da un balconcino tenevano bene il banco.
In via delle Piazze sorge la grande sinagoga di rito tedesco inaugurata nel 1525 e incendiata nel 1943 dai fascisti poi restaurata e portata a termine nel 1998.
In via S. Martino e Solferino si trova la sinagoga di rito italiano e di fronte quella di rito spagnolo.
La bellezza di questo ghetto sta nelle sue vie anguste, facciate suggestive di alcuni palazzi, abitazioni altissime, piccoli negozi che ricordano un'antica tradizione.

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