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CENNI STORICI

Con la parola ghetto si intende  un'area di una città dove venivano richiusi gli Ebrei, caratterizzata dall'isolamento con delle mura e  ingressi controllati.

Questa  deriva dalla parola veneziana gèto usata a partire del 16 sec , che significava fonderie , dove all’ epoca si erano stabiliti gli ebrei.

Ma si ha notizia dell’ intenzione di separare gli ebrei dal resto della popolazione già nel I secolo avanti Cristo sotto i romani  .

Con il diffondersi della cristianizzazione si diffuse l'idea di tenere separati gli ebrei dal resto della popolazione  per evitare il "contagio", fisico e religioso perché si vedeva l’ ebreo come diverso .

Durante il medioevo gli ebrei avevano un ruolo economico troppo importante per decidere  chiuderli nei ghetti ed impoverire le città , così si decise di distinguerli dal resto della popolazione indossando un segno di riconoscimento, non si potevano sposare o con i cristiani e gli venne impedito di frequentare gli stessi luoghi pubblici.

La Chiesa però voleva una maggiore separazione tra Ebrei e Cristiani e con il concilio di Breslavia (1266) in Polonia costituì, il primo quartiere separato per gli ebrei. Così come in Spagna  quando nel 1480 da Ferdinando il Cattolico e Isabella iniziarono una  opera di ghettizzazione  .

Le Signorie che favoriscono gli Ebrei,  perché  il principe per tenere una Corte sfarzosa ha bisogno dei prestiti degli ebrei .Le repubbliche invece, formate di una borghesia commerciale respingono gli Ebrei perché temono la concorrenza.

Il Primo Ghetto in Italia venne istituito a Venezia  il 29 marzo 1516[i] e qualche anno dopo nel 14 luglio 1555 Papa Paolo IV fece redigere la bolla Cum Numis absurdum  istituì un Ghetto a Roma  chiamato "Serraglio degli ebrei". Fu il primo dello Stato Pontificio e gli ebrei cominciarono così a concentrarsi ed essere reclusi  in una specifica zona del rione Sant’ Angelo[ii]

Nel 1569 Pio V ordinò agli ebrei dello Stato della Chiesa, ad eccezione di quelli di Roma e Ancona, di lasciare le loro terre. Molti emigrarono negli Stati vicini, altri si rifugiarono nelle due città e nei loro nomi rimase il ricordo di quella espulsione: Di Cori, Di Nepi, Ravenna, Modena, Tagliacozzo.

 

Durante tutto il seicento vennero realizzati numerosi nuovi ghetti in Italia
non solo nelle grandi città ma anche, nei piccoli borghi e nelle altre città dello stato pontificio gli ebrei furono costretti ad indossare dei segni di riconoscimento. Il ghetto inizialmente godeva di autonomia e si autogovernava attraverso leggi religiose ma  non mancavano pericoli che potevano mettere a rischio la comunità provenienti dall'esterno.

Dalla metà del XVII secolo in alcune comunità come Olanda, Inghilterra o  America gli Ebrei cominciarono ad avere  una quasi parità di diritti rispetto ai Cristiani, in Italia invece sono tenuti in condizione di inferiorità e come conseguenze cominciano gli esodi dalle varie Comunità italiane o verso Livorno, o verso l’Europa settentrionale specialmente in Inghilterra.

L’unica città dove gli Ebrei possono vivere tranquilli e la sola città d’Italia che non ha mai avuto un vero ghetto fu Livorno, porto commerciale del Granducato di Toscana sempre più importante per i suoi traffici; è perciò che verso questa città affluiscono Ebrei da altri centri. Questa Città venne chiamata anche “Piccola Gerusalemme” divenendo in breve anche un importante centro culturale a differenza di Roma ed Ancona dove a causa delle numerose restrizioni fu impossibile coltivare studi ebraici.

Per cinque anni sotto Clemente XIV, (1769-1774), gli Ebrei vivono un po’ di pace. Questo papa,  cerca di migliorare le condizioni degli Ebrei dello Stato pontificio cercando di risollevare le Comunità ebraiche dallo stato di miseria morale,  difende i diritti delle famiglie ebree. Gli succede Pio VI, che (1775) emana un Editto sopra gli Ebrei, documento di persecuzione. L’Editto si compone di 24 clausole[iii]

1. L’Ebreo che passi una notte fuori del ghetto è condannato a morte.

2. Il "segno giallo" deve essere portato anche entro la cinta del ghetto (finora gli Ebrei dovevano portarlo quando       uscivano dal ghetto).

3. Sono proibiti i cortei funebri.

4. È proibito lo studio del Talmud.

5. È proibita la vendita ai Cristiani di pane, carne, latte.

6. È proibito tenere negozi fuori del ghetto.

7. È proibito avere domestici cristiani, quindi anche di servirsi delle cosiddette "donne del fuoco" (le donne cioè          che andavano nelle case degli Ebrei per accendere il fuoco di sabato).

8. Sono proibite le relazioni coi vicini cristiani.

9. È proibito agli argentieri cristiani di fare lampade a sette bracci per uso rituale.

10. È proibito invitare i Cristiani nelle sinagoghe.

11. È proibito ai Cristiani entrare nelle sinagoghe.

12. È proibito guidare carri a Roma o nelle vicinanze.

13. I rabbini sono ritenuti responsabili della frequenza alle prediche coattive.

14. È proibito agli Ebrei l’ingresso nelle chiese e nei monasteri.

15. È proibito avvicinarsi alla "Casa dei Catecumeni" .

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LA VITA

La vita nei ghetti fu segnata da limiti e umiliazioni come  pagare le guardie interne, esercitare due soli mestieri (commerciare stracci e prestare denaro, quest’ultimo perché vietato ai cristiani), portare un segno distintivo, assistere alle prediche per convertirsi .

Gli abitanti del ghetto vivevano però in condizioni di degrado con il rischio di diffondersi delle epidemie  e rischi  di inondazioni, terremoti, incendi .

 

 

STRUTTURA DEI GHETTI

I ghetti italiani sono formati o di un grande cortile rettangolare, lungo il quale sono allineate le case, coi negozi e le abitazioni comunicanti, oppure di una via o di una piazza centrale dove sboccano viuzze laterali secondarie o di un complesso di stradine formanti un piccolo quartiere nel centro

 I portoni del ghetto si aprono all’alba e si chiudono al tramonto, sorvegliati durante la notte, da guardiani cristiani pagati dalla Comunità ebraica.

 Nessun ebreo poteva abitare fuori del ghetto, ne uscire dalla cinta senza il "segno giudaico" (rotella gialla o bianca e rossa, o cappello nastri gialli; per le donne: velo giallo che copre testa e spalle che era il distintivo delle prostitute). Può andare in viaggio solo con un permesso speciale col "segno giudaico" e abitare in un albergo fissato dalle autorità

La società del ghetto ha quasi ovunque la stessa struttura: si compone di tre classi sociali: banchieri, cenciaioli e chi viveva di elemosina.

Bibliografia:

www.focus .it : Articolo “ Quale è l’ origine della parola Ghetto”

Histadruth Hamorim , 1959 , Vico di Cadore

http://coalova.itismajo.it/

www.ilgiornale.it

wikipedia : Papa Paolo Carafa

 

 

 

 

 

 

 

 

[i] Vedi Ghetto di Venezia

 

[ii]  Vedi Ghetto di Roma

 

[iii]  Riprese dal testo Histadruth Hamorim , 1959 , Vico di Cadore

 

 

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