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Il IV Concilio Lateranense (1215), convocato da papa Innocenzo III, ordina che gli Ebrei viventi nei paesi cristiani portino come contrassegno una rotella di stoffa gialla cucita sulla parte sinistra del petto. Dopo aver tentato ripetutamente e sempre inutilmente di convertire gli Ebrei, pensò di isolarli imponendo questo contrassegno (che per le donne era un velo giallo, il contrassegno delle meretrici). Il primo paese cristiano che impose agli Ebrei il "segno giudaico", fu l’Inghilterra (1218). In Italia tale disposizione fu adottata in epoche diverse secondo gli Stati; prima ad adottarla fu Venezia: una rotella gialla sostituita in seguito da un cappello giallo.

Papa Innocenzo III                                                   Contrassegno identificativo

Con la bolla papale Vineam Sorec (1278), Niccolò III ordinò che, ovunque esisteva una sinagoga, si tenesse una predica una volta la settimana: a essa doveva assistere almeno un terzo della popolazione ebraica locale. Gli ebrei si riunivano davanti alla sinagoga e sfilavano in processione fra gli scherni del popolo, fino al luogo prescelto per il sermone: lo stipendio del predicatore era a carico della comunità ebraica. 
Le disposizioni ecclesiastiche imponevano di controllare se, all'ingresso della Chiesa, qualcuno si fosse tappato lo orecchie con cera, e prevedevano un solenne ceffone che il sorvegliante addetto alla cerimonia doveva impartire agli ebrei poco docili.

Papa Niccolò III                                                             Predica coatta

Con la bolla Cupientes Judaeos del 21 marzo 1542 il pontefice disciplina tempi e modi della conversione “degli ebrei e degli altri infedeli”. Per rendere più efficace la loro conversione, ed evitare così conversioni di facciata, o ripensamenti successivi, il Papa stabilisce che:

  • all'ebreo convertito al cristianesimo non devono più essere confiscati i beni posseduti prima del battesimo (come invece era abitudine fare);

  • se questi beni sono stati acquisiti tramite usura, devono essere restituiti all'antico proprietario, a meno che questi sia morto, ed allora restano all'ebreo convertito;

  • dopo la conversione non devono più vivere assieme agli altri ebrei;

  • devono essere trattati come liberi cittadini; e

  • si deve favorire la loro unione matrimoniale con cristiani di nascita.

 

Inolre sempre Papa Paolo III  ordinò di dare alle fiamme ( a Roma, in Campo de' Fiori durante il Capodanno Ebraico del 1553, e successivamente negli altri Stati Italiani) i volumi del Talmùd sequestrati agli ebrei.

Papa Paolo III                                                                     Conversioni

Paolo IV interruppe il tradizionale rapporto di tolleranza tra la Chiesa cattolica e gli ebrei. Con la bolla Cum nimis absurdum del 14 luglio 1555, il pontefice revocò tutti i diritti concessi agli ebrei romani ed ordinò l'istituzione del ghetto, chiamato "Serraglio degli ebrei". Già presente a Venezia e in altre città europee, fu il primo dello Stato Pontificio. Gli ebrei vennero costretti a vivere reclusi in una specifica zona del rione Sant'Angelo.

Successivamente, anche in altre città dello stato pontificio gli ebrei furono rinchiusi in ghetti e obbligati a portare un copricapo giallo per essere riconoscibili.Altri punti principali della bolla sono: divieto assoluto di trattare e parlare con Cristiani se non per necessità di lavoro, proibizione di avere beni stabili, proibizione ai medici ebrei di curare Cristiani, proibizione di tenere le scritturazioni nei libri dei prestiti in caratteri ebraici, permesso di esercitare il solo mestiere di cenciaiuoli, limitazione a una sola sinagoga per città, proibizione di tenere nutrici e domestici cristiani.

La Comunità di Roma che si compone di 1500 anime, la maggiore d’Italia - offre 40 mila scudi per fare abrogare questa bolla; ma invano.Entro sei mesi gli Ebrei devono vendere le loro proprietà, che sono cedute a condizioni disastrose; e siccome non potevano possedere neanche le case del ghetto, nelle quali pure dovevano abitare, perché non fossero soggetti a continui ricatti, viene fissata una legge, detta, con espressione ibrida, Jus hazakkà, che regolava i rapporti fra i proprietari delle case del ghetto e gli inquilini ebrei.

Papa Paolo IV                                                                       Ghetti

Il 26 febbraio 1569 pubblicò la bolla Hebraeorum Gens, che sancì l'espulsione di tutti gli Ebrei dallo Stato Pontificio, ad esclusione di coloro che accettavano di risiedere nei ghetti di Roma, Ancona e Avignone. Gli ebrei residenti nei centri più prossimi a Roma emigrarono nel ghetto romano, che in pochi anni divenne sovrappopolato.

L'espulsione era estesa agli israeliti di entrambi i sessi e di tutte le età. Venivano concessi tre mesi per abbandonare lo Stato, al termine dei quali chi non lo avesse fatto sarebbe stato ridotto per sempre in servitù.

Gli effetti della Hebraeorum gens furono devastanti per i sudditi dello Stato Pontificio di religione ebraica. Gli ebrei residenti nei centri più prossimi a Roma e ad Ancona riuscirono a rifugiarsi nelle due città, ma la maggior parte di essi fu costretta ad emigrare in altri stati d'Italia e d'Europa.

Intere comunità vennero condannate all'estinzione come quelle di:

 

Acquapendente, Alatri, Anagni, Ariccia, Ascoli Piceno, Bagnaia, Camerino, Castelnuovo di Porto, Cave, Civitanova Marche, Cori, Fano, Fermo, Frascati, Iesi, Marino, Montefiascone, Nepi, Nettuno,  Orte, Orvieto, Osimo, 

Palestrina, Piperno (ora Priverno), Rignano, Rimini, San Ginesio, San Severino Marche, Segni, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Terni, Terracina, Tivoli, Trevi, Velletri, Veroli, 

 

Papa Paolo V                                                       Espulsione dalle piccole comunita'

 

Il 25 febbraio 1593 Clemente VIII emanò la bolla Caeca et obdurata (“La cieca e ostinata”). Il papa con questa bolla ribadiva le disposizioni già adottate dal suo predecessore Pio V con la Hebraeorum gens del 1569, ossia l'espulsione di tutti gli Ebrei dallo Stato Pontificio, ad esclusione dei ghetti di Roma ed Ancona.

 

Il 28 febbraio dello stesso anno il pontefice emanò la bolla Cum hebraeorum malitia in cui proibiva agli ebrei il possesso del Talmud e di ogni opera della cabala.

 

Con l'arrivo dei pellegrini per il Giubileo del 1600, il Papa ordinò di requisire tutti i letti disponibili nel ghetto. Le guardie papali ne trovarono solamente 80, sicchè gli ebrei furono costretti a pagare 317 scudi per comprare un numero necessario per i pellegrini arrivati.

 

Ordino' inoltre una tassa straordinaria alla Comunità Ebraica di Roma per supplire alle mancate entrate a causa  delle Sinagoghe chiuse per l'espulsione degli ebrei da diverse città dello Stato Pontificio.

Papa Clemente VIII                                                        Proibizione del Talmud

Nel 1775 emana un Editto sopra gli Ebrei, che è uno dei documenti più mostruosi di persecuzioni che la storia dell’umanità ricordi: alle antiche misure persecutorie, ulteriormente inasprite, vengono aggiunte delle altre. L’Editto si compone di 24 clausole, di cui ricorderemo queste:

1. L’Ebreo che passi una notte fuori del ghetto è condannato a morte.

2. Il "segno giallo" deve essere portato anche entro la cinta del ghetto.

3. Sono proibiti i cortei funebri.

4. È proibito lo studio del Talmud.

5. È proibita la vendita al Cristiani di pane, carne, latte.

6. È proibito tenere negozi fuori del ghetto.

7. È proibito avere domestici cristiani, quindi anche di servirsi delle cosiddette "donne del fuoco" (le donne cioè che     andavano nelle case degli Ebrei per accendere il fuoco di sabato).

8. Sono proibite le relazioni coi vicini cristiani.

9. È proibito agli argentieri cristiani di fare lampade a sette bracci per uso rituale.

10. È proibito invitare i Cristiani nelle sinagoghe.

11. È proibito ai Cristiani entrare nelle sinagoghe.

12. È proibito guidare carri a Roma o nelle vicinanze.

13. I rabbini sono ritenuti responsabili della frequenza alle prediche coattive.

14. È proibito agli Ebrei l’ingresso nelle chiese e nei monasteri.

15. È proibito avvicinarsi alla "Casa dei Catecumeni" . 

     Papa Pio VI                                                                   " Editto sopra gli Ebrei"

Predica per gli Ebrei di Roma   quadro di H. Hess
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