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La presenza ebraica a Ferrara precede di secoli l'istituzione del ghetto. Quando esso fu imposto nel 1627 circa 1.500 ebrei vivevano a Ferrara. La chiusura del ghetto durò oltre un secolo. Le porte che l'occupazione francese aprì nel 1796 si richiusero nel 1826, anche se con regole meno rigide, fino all'unità d'Italia del 1861. Anche dopo la sua chiusura, il ghetto rimase il centro della vita della comunità ebraica di Ferrara, che Giorgio Bassani ha immortalato nei suoi romanzi, Il giardino dei Finzi-Contini e Cinque storie ferraresi
Il quartiere ebraico ha mantenuto in larga misura la sua struttura. Al suo imbocco era collocato uno dei cinque cancelli di chiusura. Lo ricorda una lapide sull'edificio dell'ex-oratorio di San Crispino, dove gli ebrei erano costretti ad assistere a funzioni religiose. Un altro cancello era posto alla fine della via, dove si trovano le tre sinagoghe ferraresi, le uniche sopravvissute tra quelle esistenti nel ghetto, con l'annesso Museo ebraico.
 

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