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Il Ghetto di Cento

 

L’esistenza di una comunità ebraica nella città emiliana è documentata già nel 1390 ma è solo nel XVI secolo con l’ occupazione da parte degli estensi  che tale comunità vide il suo massimo splendore e prestigio sociale dovuto principalmente all’ arrivo di gruppo sefardita fuggito dalla Spagna.

La  presenza ebraica a  C.  è  documentata  in  certo modo nella seconda metà  del XV  secolo con  la Bolla di Callisto III,  nel 1455, con cui  il Papa consentiva agli ebrei di  godere di tutte le esenzioni previste per gli abitanti di Cento tranne i patti tra gli ebrei  e le autorità cittadine

Quando il Ducato di Ferrara cadde nelle mani dello Stato Pontificio, nella città di Cento, come era già accaduto a Ferrara, la popolazione ebraica venne isolata dalla rimanente comunità di religione cristiana. Nel 1624 Papa Urbano VIII ordina ufficialmente la concentrazione degli ebrei nei ghetti di Ferrara, Lugo e Cento.

Agli  ebrei era concesso avere i loro negozi  nella  piazza  di  Cento e continuare i loro commerci, purché si servissero dei propri locali solo per la vendita .

I cancelli verranno aperti una prima volta dai francesi nel 1796 e poi definitivamente fra 1831 e 1833. Negli ultimi decenni dell’Ottocento inizia un periodo di declino e nei primi del Novecento la  comunità ebraica di Cento con quella di Ferrara si aggregano.

 

Negli anni della guerra la sinagoga subisce due volte la devastazione da parte dei fascisti e  con l’insediamento nel ghetto di un comando tedesco vengono bruciati parte della sinagoga e libri, manoscritti e documenti. Quello che si è riusciti a salvare è stato trasferito a Ferrara: il portale e i banchi ottocenteschi della sinagoga, un aron e una bimah (la tribuna da cui si legge la Torah L’aron barocco della sinagoga pubblica è stato portato in Israele nel 1954 e si trova in una sinagoga di Natanya.

 Da Museo di Ferrara .it

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