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IL GHETTO DI ANCONA :

 

Il Senato anconetano decise nel 1427 che gli ebrei dovessero risiedere  in un quartiere separato, da costituirsi nell’area in cui la maggior parte di essi si erano concentrati spontaneamente, lungo la Via dei Giudei o Via del Bagno (rituale), che si estendeva dalla chiesa di S. Nicola a quella di S. Agostino.

 

Intorno alla metà del XV secolo, svariati giudei abitavano nella parrocchia di San Jacopo, sita a destra di quello che, in seguito, avrebbe preso il nome di Corso Stamira.Il ghetto vero e proprio, decretato da papa Paolo IV, nel 1555, venne realizzato dal delegato pontificio ad Ancona, l’anno successivo e nel 1588 venne ampliato aggiungendovi tredici casette del Vicolo delle Stalle.Fino al 1785 il ghetto comprese: la Via degli Speziali (denominata in seguito Via Lata sino alla Cloaca , che proseguiva con la Via Capodimonte sino alla casa Candelari), la Via Traffico (detta anticamente Via Pescheria, che racchiudeva il Vicolo delle Azzimelle, chiamato in seguito Vicolo Traffico), l’antica via del Macello, poi detta de’ Banchieri, la Via del Bagno sino ad uno spiazzetto ed il Vicolo Beninfanti o delle Prostitute, poi detto Vicolo del Gozzo. Nel 1785 la zona destinata agli ebrei venne ampliata dalla casa Candelari sino alla casa De-Bosis e, da una mappa della metà del XVIII secolo, risulta l’esistenza di due portoni che chiudevano il ghetto: uno all’innesto tra quella che veniva indicata come Via lo Speziale e Via Calamo (in seguito, Corso Mazzini) e l’altro allo sbocco di Via del Traffico su Via Colonna.

 

Da una cronaca del 1549 risulterebbero aver vissuto, all’epoca, ad Ancona circa 2.700 ebrei. In seguito alle misure più benevole nei loro confronti prese da Pio IV, la popolazione ebraica si accrebbe, come si evince dalla notizia che, nel 1566, vi sarebbero state 34 sinagoghe. In seguito alle misure oppressive di Pio V circa un migliaio di famiglie ebraiche lasciarono la città. Le attività economiche nel periodo del ghetto, oltre al prestito di denaro, erano l'artigianato (sarti) e commercio di tessuti. Inoltre c'erano israeliti che commerciavano in vino, bestiame e vendevano pesce. Tra gli ebrei del ghetto vi erano svariati medici che non potevano curare i pazienti cristiani. 

 

I confini del ghetto assieme ai suoi portoni, vengono abbattuti nel 1861, quando le Marche vengono annesse al Regno d’Italia.

 

È proprio nel cuore dell’ex ghetto che sono situate, al numero 14 di Via Astagno, le due sinagoghe. L’edificio dove risiedono viene costruito nel 1876 per ospitare la sinagoga levantina. Viene aggiunto in seguito, al piano di sotto, il tempio di rito italiano.

 

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